Giro d’Italia 2018, Lopez si veste di bianco: “Un passo in avanti in vista di un’altra tappa esigente”
Bicchiere mezzo pieno per Miguel Ángel López all’arrivo della quattordicesima tappa del Giro d’Italia 2018. Il portacolori della Astana ha rinviato ancora l’appuntamento con il primo successo nella Corsa Rosa, ma grazie al quarto posto ottenuto sul Monte Zoncolan è riuscito a scalare la classifica generale fino al 6° posto, con un ritardo di 3’42” dalla maglia rosa Simon Yates (Mitchelton-Scott), e soprattutto a sfilare dalle spalle dell’ecuadoriano Richard Carapaz (Movistar Team) la maglia bianca di miglior giovane.
Il 24enne colombiano è rimasto sulle ruote dei migliori resistendo al primo affondo prodotto da Chris Froome (Team Sky) a quattro chilometri dall’arrivo, e dopo la seconda accelerazione del Keniano Bianco è riuscito a resistere nel drappello completato da Yates e Domenico Pozzovivo (Bahrain-Merida). Perse anche le ruote della Maglia Rosa, Lopez ha ingaggiato un confronto a (breve) distanza col lucano e, dopo averlo staccato leggermente in prossimità del cartello dei -2 chilometri al traguardo, si è fatto raggiungere e superare in vista dell’ultimo tornante, andando così a chiudere ai piedi del podio di giornata.
“È stata una giornata molto importante, si trattava del primo confronto sulle grandi montagne – commenta ai nostri microfoni dopo il traguardo – Avevo motivazioni speciali per vincere perché era presente sul percorso il nostro manager, Alexandre Vinokourov, e, personalmente, perché ieri era il compleanno di mia madre e volevo renderla felice. Volevo ripagare i compagni per il lavoro che hanno svolto e ottenere una vittoria per la squadra e per i nostri tifosi. Non ci sono riuscito, ma penso che abbiamo fatto un passo in avanti ed era importante in vista di un’altra tappa altrettanto esigente. Dobbiamo essere soddisfatti del risultato che abbiamo ottenuto”.
Scalatore particolarmente adatto alle pendenze da doppia cifra come quelle proposte dal Kaiser friulano, il vincitore del Giro di Svizzera 2016 e di due tappe nell’ultima Vuelta a España spiega come ha affrontato un’ascesa alla quale si è presentato dopo aver rischiato di perdere contatto dai migliori nelle battute iniziali della frazione.
“Conoscevo la salita, sapevo che era speciale e pazzesca, davvero molto dura – aggiunge – L’importante era mantenere un ritmo costante, senza crollare per trovare il ritmo giusto. Ringrazio la squadra perché mi ha protetto per tutta la tappa e, soprattutto, perché ha tirato nella parte iniziale prima di imboccare lo Zoncolan. Se avessi sprecato più energie di quelle necessarie prima di approcciarla, allora sarebbe stato decisamente complicato arrivare fin su”.
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